di Luigi Sorrentino
in Il Meridiano, anno XI - n. 9/113, 31 ottobre 2004, p.21
A dì dodici giugno 1794
Fu il terremoto all'ore tre ed un
terzo di notte e durò più di tre minuti. Verso l'ore quattordici replicò e
durò circa due minuti, e la sera ritornò a riplicare e durò un minuto.
Il dì tredici detto.
Il Vesuvio di Somma eruttò fuoco
per l'aria, ed il martedì matino verso l'ora nova di giorno
uscurò l'aria, che era peggio della notte, e durò sino al mercoldì ed eruttò
cenere e rapillo, e si fecero moltissime Processioni di penitenza, con
cacciare le statue di San Biagio, San Sebastiano, l'Addolorata ed il
Santissimo Sagramento per tutta la Terra di Palma, e si portarono
passeggiando nella chiesa (principale) di detta Terra, in dove si possa
predicare il Padre Andrea da Palma, quale eruttazione durò fino al giovedì,
questo l'ho fatto per ricordo.
A di 15,16,19,20 detto e durano
fino a 28 detto.
Alluvioni d'acqua che spianò li
territorij d'Ottajano e S. Giuseppe e finirono a Piano di Palma, e l'intiera
Massaria de Signori fratelli Casalino, (...) tutte le puzze d'acqua, tutte
sotterrate che mangarono la acqua e quello che non fù atterrato cammina
l'acqua come la strada da Maccaruni per causa della discesa. La lava che
veniva da Ottajano era da circa palmi venti di aldezza e la sua grandezza non
si potette misurare, che allagò tutto lo spazio di San Gennaro ed arrivò sino
ad una scampia della Santissima in Palma che si menò sotto tutti i canapi e
sotto la detta i melloni e granodindia e piante.
La lava del Vallone d'Ajello
correva di aldezza palmi trentadue e de larghezza palmi ventidue che allagò
tutti i territorij convicini e allacò l'intiero fiume che per spurgarlo si
fece l'appalto di diciesettemila docati.
La lava da Carbonara menò palmi
sessandauno di aldezza e palmi trentuno di grandezza che sotterrò la maggior
parte delle case e tutti i territori delli Carpinielli.
La lava di Somma atterrò la
Piazzolla e tutti i Vetrari ed il Piano ed arrivò alla massaria dei Signori
Menechini, ed al Pantano del Piano vicino la terra di Don Aniello delli
Frangi, ed i danni che cagionò non si può riconoscere; e le botteghe nella
Piazza delli Ferrari sino a S. Felice furono tutte allagate che si stavano da
circa palmi sei di lava dentro e perdettero quasi tutto quello che ci stava
dentro e menò pietre, alcune di smisurata grossezza, che non si possero
levare.
Notar Giacinto Pollieri hà scritto
questo per memoria di chi viene appresso acciò non si pongano a timore.
|
Nell'Archivio Storico di Caserta, sempre alla ricerca di documenti antichi utili alla conoscenza storica del nostro territorio, nel visionare gli atti del Notaio Giacinto Pollieri ho scoperto all'inizio del repertorio del 1794 le pagine su trascritte.
Subito mi sono reso conto dell'importanza del documento, anche se la grafia contorta e poco chiara non lasciava sperare in una facile lettura. Diverso tempo mi è stato necessario per venirne a capo ad alla fine sono giunto ad un risultato abbastanza soddisfacente che amplia di nuove e interessanti informazioni le conoscenze di un fenomeno naturale che da sempre ha condizionato la presenza antropica in Campania.
L'eruzione del Vesuvio del 1794 - Camillo De Vito Si notino le bocche eruttive a ovest del cono principale |
Grazie al Notaio Pollieri, invece, veniamo a conoscenza che il fenomeno ha avuto uno svolgimento ben più articolato ed accompagnato da una serie di avvenimenti collegati che si sono verificati diacronicamente dal 12 al 28 giugno. Veniamo, così, informati che l'eruzione ebbe inizio alle nove del mattino del 13 giugno ed era stata preceduta il giorno 12 da tre scosse sismiche, alle tre ed un terzo di notte, alle ore quattordici e l'ultima in serata. Non ne precisa l'intensità ma riferisce la loro durata variabile: da oltre tre minuti la prima, due minuti la seconda e circa un minuto la terza. Il Pollieri resta impressionato il giorno quattordici dalla nube di cenere e di fumo che si leva dal vulcano, tale da oscurare il cielo alle ore nove del mattino: uscurò l'aria che era peggio della notte e durò sino al mercoledì ed eruttò cenere e rapillo. Ricorda ancora le processioni con i santi più venerati dalla cittadinanza per scongiurare ulteriori danni e le prediche nella Chiesa patronale di San Michele Arcangelo di Padre Andrea da Palma.
Ciò che più è notevole come dato scientifico è la descrizione delle lave che dalle colline circostanti e dal Monte Somma si abbattono nei giorni successivi sulla pianura ad est del Vesuvio, sommergendo i territori di Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Palma, San Gennaro Vesuviano e Nola nelle frazioni di Piazzolla, Vetrari e Minichini.
Si immagini la forza distruttrice della lava proveniente da Ottaviano con un'altezza di oltre cinque metri, quella che scendeva dal Vallone di Aiello, alta più di otto metri, e quella spaventosa proveniente da Carbonara con altezza superiore a quindici metri. Furono distrutte tutte le contivazioni dei campi e tutti gli edifici che si trovavano lungo il loro percorso, si allagò tutto lo spazio che circondava il Convento dei PP.RR. di San Gennaro Vesuviano, la strada alli Ferrari fino a San Felice, nel centro abitato di Palma, tutte le abitazioni ed i campi in località Carpinelli, etc. ...
Un approfondimento a parte merita la descrizione della lava del Vallone d'Ajello che oltre a causare i danni già descritti, allacò l'intiero fiume che per spurgarlo si fece l'appalto di diciessettemila docati. Ciò attesta in modo inequivocabile la presenza in zona all'epoca di un corso d'acqua, molto probabilmente nella località che ancora oggi viene indicata con il toponimo di Fiume.
P. Allessandro D'Anna in: P. Gasparini S. 234, Un viaggio al Vesuvio, Liguori Editore - Si noti la colonna eruttiva che viene trasportata dal vento ad est del Vesuvio |
A noi che rappresentiamo chi viene appreso non resta che ringraziare il Notaio Giacinto Pollieri per la descrizione consegnataci dell'evento eruttivo del 1794. Solo conoscendo a fondo il divenire di questi fenomeni ciclici e catastrofici potremmo attrezzarci per limitare i danni ed i pericoli che la presenza a rischio del vulcano può causare alle persone ed al territorio dell'area vesuviana. Questo documento rappresenta un utile tassello da collocare nel mosaico della storia del nostro territorio.
© Diritti riservati. Riproduzione consentita previa citazione della fonte.
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